Behind a rainy glass 1

Come ormai mia abitudine, premetto che questa critica verrà scritta nella lingua italica a causa di una incommensurabile e non superabile pigrizia. Non me ne vogliano i cugini anglofoni e, piuttosto, si ricordino che Google è loro amico.
Questa foto ha i suoi tre punti di forza nella composizione ben strutturata della coppia mano occhi, nel bianconero morbido e non violento e nel curioso “filtro” del vetro bagnato. Proprio da quest’ultimo voglio partire per esprimere la prima impressione avuta che, inizialmente, mi faceva pensare al classico filtrino abusato e stravisto realizzato al Photoshop. In realtà si tratta, invece, di una graziosissima e ben realizzata costruzione in ripresa che fa da quinta, da cornice e da texture al ritratto. Il vetro con tutte quelle goccioline, che la forma del diaframma trasforma in piccoli pentagoni nelle aree più chiare, quasi profuma di pioggia e di autunno, di sabato pomeriggio passato in casa aspettando che spiova. Atmosfera, questa, messa ancora più in risalto dalla diagonale fra le mani, con il loro “abbracciare” la tazza, casalinga e banale, con l’anello e le french perfette che sanno di preparativi per uscire ripiegati sull’attesa sorseggiando un the o una tisana, e gli occhi, splendidi e carichi, che guardano fuori da questa finestra bagnata aspettando la fine di una pioggia inaspettata. Il calore che, poi, emana dall’espressione dolce e curiosa e malinconica assieme è ulteriormente reso da questo bianconero morbido, non strillato e caricato, quasi adagiato come un velo o soffiato come nebbia luminosa sulle linee della foto. Indubbiamente meritoria di stampa accurata e ricca di toni, non sfigurerebbe incorniciata a legno e appesa sopra la cappa del camino, come un ritratto di famiglia, visto il suo profumo di casa.
In chiusura i difetti, due, che affliggono questa foto. Il primo è grave e fastidioso, pur nella sua fin troppo costante ricorrenza nelle opere esposte in questo sito: il watermark. Indubbiamente utile per evitare stampe abusive delle proprie opere, è invece inutile per i furti digitali e inficia sensibilmente e insopportabilmente la visione di un’opera. È un male necessario, non lo nego, ma stento ugualmente a digerirlo. Il secondo difetto è legato ad un leggero taglio di troppo di in basso e sinistra. Aprendo leggermente di più l’inquadratura si sarebbe guadagnato respiro intorno alle mani e non si sarebbe mozzato il bracciale.
In definitiva una foto degna di essere guardata. Apprezzata. Gustata. Assaporata.